( materiale tratto
da ARI Sez. Milano ) Ultimo aggiornamento : lunedì 28 febbraio 2005
BENVENUTI NELL'
AREA ATV !
Brevi
Cenni
Ciò che
sicuramente può rendere più interessante l'attività radioamatoriale è
senza dubbio la possibilità di utilizzare non più il solo sistema di
comunicazione fonico, sia esso mono o bidirezionale (half o full
duplex), ma la possibilità, fornita dalle nuove tecnologie, di associare
alle parole delle immagini trasmettendo quindi un segnale di tipo
televisivo. I radioamatori hanno sempre cercato di sviluppare dei
sistemi di comunicazione che permettessero questo tipo di collegamento,
creando all'inizio una serie di modalità di trasmissione che vengono
genericamente identificate con il termine SSTV (Slow Scan Television o
Televisione a scansione lenta). Questa modalità permette a tutt'oggi di
inviare, sul normale canale radiofonico con larghezza di banda pari a 5
KHz., dei segnali che opportunamente convertiti consentono la
visualizzazione di immagini su un monitor video con una frequenza che
può arrivare ad un fotogramma ogni 10 secondi. La qualità dell'immagine
visualizzata è inversamente proporzionale al numero di schermi ricevuti
in un minuto, quindi per ottenere la visualizzazione di un'immagine a
colori di buona qualità occorre attendere all'incirca trenta secondi. La
ricerca comunque era finalizzata a riprodurre delle trasmissioni simili
alla televisione a scansione veloce (frequenze di quadro e di riga
uguali alla televisione normale), e per riuscire in questa impresa si
svilupparono, intorno alla fine degli anni 70, dei sistemi del tutto
simili alla televisione terrestre con l'unica variante che la frequenza
operativa dei trasmettitori dei radioamatori era allocata nella banda
dei 70 cm (435 MHz.). Trasmettere in ATV, allora, significava irradiare
segnali video modulati in ampiezza (AM), questo comportava evidenti
problemi di filtrazione dei segnali generati dagli amplificatori,
efficienza ridotta degli stadi finali, varie difficoltà per riuscire ad
ottenere immagini a colori ben definite. Inoltre la tecnologia d'allora
poneva l'hobbista di fronte a spese rilevanti; le attrezzature, infatti,
non erano certo alla portata di tutti e per una semplice telecamera si
doveva spesso ricorrere ad apparecchiature professionali dai costi
proibitivi. Oltre a ciò, va anche detto che in Italia (unico caso in
Europa), intorno agli inizi degli anni 80, i radioamatori hanno visto
ridursi, da parte dell'autorità competente, lo spettro della banda 70
cm. loro assegnatagli, di parecchi megacicli. Tutto ciò rendeva
impossibile proseguire nella sperimentazione di questa modalità di
trasmissione che richiede una larghezza di banda del segnale video
d'alcuni megacicli. La svolta si ebbe con l'avvento della trasmissione
televisiva satellitare; con questo sistema di comunicazione, infatti,
furono sviluppati ricevitori commerciali in grado di coprire la banda
radioamatoriale dei 23 cm. (1300 MHz.).Va infatti ricordato che un
moderno RX SAT-TV per la ricezione di segnali analogici copre nel
peggiore dei casi le frequenze da 950 a 1750 MHz., e nei casi migliori
questo spettro può arrivare a coprire da 750 a 2150 MHz. La parte
relativa allo stadio di ricezione poteva perciò dirsi già disponibile
senza bisogno di sviluppare apparecchiature home-made. Agli OM che
desideravano cimentarsi nella sperimentazione dell'ATV non restava che
da sviluppare un valido trasmettitore in FM; lavoro che in ogni caso,
era sicuramente più semplice rispetto allo sviluppo anche dello stadio
di ricezione.
Dalla SAT-TV
all'ATV
Come accennato in
precedenza, molte apparecchiature utilizzate dai radioamatori per
trasmettere e ricevere in ATV, derivano direttamente da apparecchi
consumer del mercato SAT-TV. I ricevitori sono spesso dei ricevitori per
trasmissioni via satellite, a cui vengono effettuate alcune modifiche in
modo da renderli compatibili con le antenne per la banda dei 23 cm. Il
tipo di modulazione dei segnali ATV in banda 23 cm. è, ovviamente per le
affermazioni sopra citate, a modulazione di frequenza sia del segnale
video che di quello audio, questo introduce notevoli vantaggi negli
stadi di amplificazione che, potendo lavorare in classe C, non
richiedono più quelle caratteristiche di linearità del segnale che
rendevano l'autocostruzione particolarmente impegnativa. Inoltre la
trasmissione in FM del segnale video, può vantare una migliore qualità
d'immagine, per un rapporto S/N più basso all'ingresso del ricevitore.
Con l'andare del tempo poi si è anche sviluppata l'ATV a frequenze più
elevate rispetto alla banda dei 23 cm. con applicazioni che ormai
operano sulla banda dei 3 cm. (10GHz.) Anche in queste applicazioni il
mercato del SAT-TV ha potuto fornire apparati idonei allo sviluppo di
questo tipo d'attività. Come per il mercato del SAT-TV, infatti, si fa
uso di convertitori LNB per permettere di ricevere i segnali dalla banda
radioamatoriale dei 3 cm. e convertirli in banda idonea per essere
applicati al ricevitore SAT-TV consumer. Questi convertitori LNB devono
comunque essere modificati, in modo da abbassargli la frequenza
dell'oscillatore locale, dato che lo spettro di frequenze
radioamatoriali in banda 3 cm. è allocato più in basso rispetto ai
canali delle TV via satellite. In questo tipo di applicazioni il
ricevitore SAT-TV non necessita neanche delle modifiche descritte in
precedenza, dato che la tensione presente sul connettore d'antenna non
deve essere eliminata, ma è necessaria per alimentare l'LNB che, come
per la SAT-TV, va posto al centro della parabola di
ricezione.
Chi e come si fa
ATV
Vari gruppi di
radioamatori italiani sperimentano quotidianamente l'attività in ATV e
dagli anni 80 il loro numero è sempre stato in costante aumento. Dopo il
periodo d'abbandono che le limitazioni legali della banda dei 70 cm.
avevano imposto, con lo sviluppo su frequenze superiori si è riscontrata
una fervente attività in molte regioni italiane. Ad oggi i gruppi più
attivi sono i Piemontesi/Liguri, i Lombardi, i gruppi del Triveneto (i
più numerosi in Italia), gli Emiliani, i Toscani/Laziali e i Pugliesi.
Comunque si può sicuramente affermare che esistono gruppi di OM
'atv'isti in ogni regione del paese. Il fatto che si siano sviluppati
dei gruppi all'interno della nazione, e non esista un gruppo unitario, è
imputabile principalmente al fatto che i collegamenti in ATV non coprono
grosse distanze, e in più, data l'alta direttività delle antenne
utilizzate nei collegamenti, una stazione non riesce a irradiare verso
tutti i possibili corrispondenti, ma solo verso una parte di essi (a
seconda di dove puntano l'antenna).
Naturalmente
l'ATV è utilizzata in molti altri paesi dell'Europa e del mondo e ad
alcune realizzazioni hardware d'oltre confine tratteremo sulle nostre
pagine, in particolare quelle dei nostri "cugini"
d'oltralpe.
I progetti di
I2ROM e compagnia
Sicuramente I2ROM
Roberto va considerato tra gli artefici dell'ATV italiana, poiché i suoi
progetti sono ormai uno standard adottato in ogni regione del paese e
anche all'estero. Chiunque abbia già una certa familiarità con le
trasmissioni in ATV ha sicuramente sentito parlare dei cosiddetti
'MANOPOLONI' o 'MANOPOLINI', ovvero dei circuiti ricevitori per ATV
progettati da Roberto e che derivando direttamente da apparecchiature
SAT-TV. Ormai questi progetti sono considerati allo stato dell'arte.
Roberto in ogni modo non si è fermato al semplice ricevitore, ma,
rielaborando radicalmente un progetto di G4WIM Tim Forrester, ha anche
prodotto un altrettanto valido trasmettitore
che ad
oggi è stato già riprodotto centinaia di esemplari, essendo il circuito
home-made più realizzato d'Italia.
Su queste pagine
inizieremo a fornire una dettagliata e completa serie di documenti
relativi alle realizzazioni del gruppo di lavoro di I2ROM al quale si è
recentemente aggiunto il Team ATV GAL - Gruppo APRS & ATV
Lombardia.
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