Breve storia dell' ATV ( Amateur Television )

( materiale tratto da ARI Sez. Milano )
Ultimo aggiornamento : venerdì 13 maggio 2016


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Brevi Cenni

Ciò che sicuramente può rendere più interessante l'attività radioamatoriale è senza dubbio la possibilità di utilizzare non più il solo sistema di comunicazione fonico, sia esso mono o bidirezionale (half o full duplex), ma la possibilità, fornita dalle nuove tecnologie, di associare alle parole delle immagini trasmettendo quindi un segnale di tipo televisivo. I radioamatori hanno sempre cercato di sviluppare dei sistemi di comunicazione che permettessero questo tipo di collegamento, creando all'inizio una serie di modalità di trasmissione che vengono genericamente identificate con il termine SSTV (Slow Scan Television o Televisione a scansione lenta). Questa modalità permette a tutt'oggi di inviare, sul normale canale radiofonico con larghezza di banda pari a 5 KHz., dei segnali che opportunamente convertiti consentono la visualizzazione di immagini su un monitor video con una frequenza che può arrivare ad un fotogramma ogni 10 secondi. La qualità dell'immagine visualizzata è inversamente proporzionale al numero di schermi ricevuti in un minuto, quindi per ottenere la visualizzazione di un'immagine a colori di buona qualità occorre attendere all'incirca trenta secondi. La ricerca comunque era finalizzata a riprodurre delle trasmissioni simili alla televisione a scansione veloce (frequenze di quadro e di riga uguali alla televisione normale), e per riuscire in questa impresa si svilupparono, intorno alla fine degli anni 70, dei sistemi del tutto simili alla televisione terrestre con l'unica variante che la frequenza operativa dei trasmettitori dei radioamatori era allocata nella banda dei 70 cm (435 MHz.). Trasmettere in ATV, allora, significava irradiare segnali video modulati in ampiezza (AM), questo comportava evidenti problemi di filtrazione dei segnali generati dagli amplificatori, efficienza ridotta degli stadi finali, varie difficoltà per riuscire ad ottenere immagini a colori ben definite. Inoltre la tecnologia d'allora poneva l'hobbista di fronte a spese rilevanti; le attrezzature, infatti, non erano certo alla portata di tutti e per una semplice telecamera si doveva spesso ricorrere ad apparecchiature professionali dai costi proibitivi. Oltre a ciò, va anche detto che in Italia (unico caso in Europa), intorno agli inizi degli anni 80, i radioamatori hanno visto ridursi, da parte dell'autorità competente, lo spettro della banda 70 cm. loro assegnatagli, di parecchi megacicli. Tutto ciò rendeva impossibile proseguire nella sperimentazione di questa modalità di trasmissione che richiede una larghezza di banda del segnale video d'alcuni megacicli. La svolta si ebbe con l'avvento della trasmissione televisiva satellitare; con questo sistema di comunicazione, infatti, furono sviluppati ricevitori commerciali in grado di coprire la banda radioamatoriale dei 23 cm. (1300 MHz.).Va infatti ricordato che un moderno RX SAT-TV per la ricezione di segnali analogici copre nel peggiore dei casi le frequenze da 950 a 1750 MHz., e nei casi migliori questo spettro può arrivare a coprire da 750 a 2150 MHz. La parte relativa allo stadio di ricezione poteva perciò dirsi già disponibile senza bisogno di sviluppare apparecchiature home-made. Agli OM che desideravano cimentarsi nella sperimentazione dell'ATV non restava che da sviluppare un valido trasmettitore in FM; lavoro che in ogni caso, era sicuramente più semplice rispetto allo sviluppo anche dello stadio di ricezione.

Dalla SAT-TV all'ATV

Come accennato in precedenza, molte apparecchiature utilizzate dai radioamatori per trasmettere e ricevere in ATV, derivano direttamente da apparecchi consumer del mercato SAT-TV. I ricevitori sono spesso dei ricevitori per trasmissioni via satellite, a cui vengono effettuate alcune modifiche in modo da renderli compatibili con le antenne per la banda dei 23 cm. Il tipo di modulazione dei segnali ATV in banda 23 cm. è, ovviamente per le affermazioni sopra citate, a modulazione di frequenza sia del segnale video che di quello audio, questo introduce notevoli vantaggi negli stadi di amplificazione che, potendo lavorare in classe C, non richiedono più quelle caratteristiche di linearità del segnale che rendevano l'autocostruzione particolarmente impegnativa. Inoltre la trasmissione in FM del segnale video, può vantare una migliore qualità d'immagine, per un rapporto S/N più basso all'ingresso del ricevitore. Con l'andare del tempo poi si è anche sviluppata l'ATV a frequenze più elevate rispetto alla banda dei 23 cm. con applicazioni che ormai operano sulla banda dei 3 cm. (10GHz.) Anche in queste applicazioni il mercato del SAT-TV ha potuto fornire apparati idonei allo sviluppo di questo tipo d'attività. Come per il mercato del SAT-TV, infatti, si fa uso di convertitori LNB per permettere di ricevere i segnali dalla banda radioamatoriale dei 3 cm. e convertirli in banda idonea per essere applicati al ricevitore SAT-TV consumer. Questi convertitori LNB devono comunque essere modificati, in modo da abbassargli la frequenza dell'oscillatore locale, dato che lo spettro di frequenze radioamatoriali in banda 3 cm. è allocato più in basso rispetto ai canali delle TV via satellite. In questo tipo di applicazioni il ricevitore SAT-TV non necessita neanche delle modifiche descritte in precedenza, dato che la tensione presente sul connettore d'antenna non deve essere eliminata, ma è necessaria per alimentare l'LNB che, come per la SAT-TV, va posto al centro della parabola di ricezione.

Chi e come si fa ATV

Vari gruppi di radioamatori italiani sperimentano quotidianamente l'attività in ATV e dagli anni 80 il loro numero è sempre stato in costante aumento. Dopo il periodo d'abbandono che le limitazioni legali della banda dei 70 cm. avevano imposto, con lo sviluppo su frequenze superiori si è riscontrata una fervente attività in molte regioni italiane. Ad oggi i gruppi più attivi sono i Piemontesi/Liguri, i Lombardi, i gruppi del Triveneto (i più numerosi in Italia), gli Emiliani, i Toscani/Laziali e i Pugliesi. Comunque si può sicuramente affermare che esistono gruppi di OM 'atv'isti in ogni regione del paese. Il fatto che si siano sviluppati dei gruppi all'interno della nazione, e non esista un gruppo unitario, è imputabile principalmente al fatto che i collegamenti in ATV non coprono grosse distanze, e in più, data l'alta direttività delle antenne utilizzate nei collegamenti, una stazione non riesce a irradiare verso tutti i possibili corrispondenti, ma solo verso una parte di essi (a seconda di dove puntano l'antenna). 

Naturalmente l'ATV è utilizzata in molti altri paesi dell'Europa e del mondo e ad alcune realizzazioni hardware d'oltre confine tratteremo sulle nostre pagine, in particolare quelle dei nostri "cugini" d'oltralpe.

 I progetti di I2ROM e compagnia

Sicuramente I2ROM Roberto va considerato tra gli artefici dell'ATV italiana, poiché i suoi progetti sono ormai uno standard adottato in ogni regione del paese e anche all'estero. Chiunque abbia già una certa familiarità con le trasmissioni in ATV ha sicuramente sentito parlare dei cosiddetti 'MANOPOLONI' o 'MANOPOLINI', ovvero dei circuiti ricevitori per ATV progettati da Roberto e che derivando direttamente da apparecchiature SAT-TV. Ormai questi progetti sono considerati allo stato dell'arte. Roberto in ogni modo non si è fermato al semplice ricevitore, ma, rielaborando radicalmente un progetto di G4WIM Tim Forrester, ha anche prodotto un altrettanto valido trasmettitore che ad oggi è stato già riprodotto centinaia di esemplari, essendo il circuito home-made più realizzato d'Italia.